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Gli Etruschi e il MANN: la grande mostra

Una mostra preziosa, sorprendente, innovativa:  è in programma  al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fino al 31 maggio 2021, l’esposizione “Gli Etruschi e il MANN”, a cura di Paolo Giulierini e Valentino Nizzo.
Un  appuntamento  importante  che,  con il progetto scientifico di Valentino Nizzo, il coordinamento di Emanuela Santaniello e l’organizzazione di Electa, si rivolge ad addetti ai lavori e non solo.

Seicento i reperti presentati al pubblico:
almeno duecento opere, dopo un’attenta campagna di studio, documen-tazione e restauro, sono visibili per la prima volta in occasione dell’exhibit, che nasce anche dalla rete stabilita con il Parco Archeologico di Pompei, dove è stata ospitata la tappa iniziale del percorso con la mostra “Pompei e gli Etruschi” (dicembre 2018-maggio 2019). Già con “Egitto  Pompei” (2016) e  “Pompei e i Greci” (2017), esposizioni che hanno confermato la collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei ed il MANN, è stato  intrapreso un suggestivo viaggio per scoprire le civiltà del passato: anche grazie al coordinamento di Electa, la sinergia tra le due istituzioni proseguirà dopo la mostra sugli Etruschi, con la mostra “Pompei e Roma” prevista nella programmazione del Parco Archeologico. L’esposizione abbraccia un arco temporale di circa sei secoli (X- IV sec. a.C.) e definisce un percorso di indagine che, sulle orme degli Etruschi, cerca di ricostruire le fondamenta storiche di questa popolazione, la cui grandezza deri-vava anche dal controllo delle risorse di due fertilissime pianure (quella padana nel Nord e quella campana nel Sud). Come

 ricordava, ancora nel II secolo a.C., il celebre storico greco Polibio “chi vuol conoscere la storia della potenza degli Etru-schi non deve riferirsi al territorio che essi possiedono al presente, ma alle pianure” da loro controllate.

La storia della scoperta della Campania etrusca si configura, quindi, come uno dei capitoli più avvincenti della ricerca archeologica in  Italia  e nel Mediterraneo: in tal senso, il ricchissimo patrimonio, custodito nei depositi del MANN e studiato in occasione della mostra, fornisce uno spaccato inedito nel panorama espositivo internazionale.

L’allestimento della mostra negli ambienti collegati alla sezione “Preistoria e Protostoria”, appena riaperta al pubblico, crea un traitd’union con la sezione museale che, nel suo ultimo livello di visita, raccoglie reperti dell’Età del Bronzo e della prima Età del Ferro.

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